[...] Giusy Staropoli Calafati ci accompagna in una passeggiata attraverso una delle terre più belle e feroci della Calabria, l’Aspromonte, evidenziando gli usi, i costumi, le tradizioni, i saperi, i sapori, le feste e gli stili di vita che qui permangono, così com’erano anticamente, resistendo alle mode e alle tecniche innovative e perennemente cangianti della società.
Grazie a un linguaggio semplice e vicino a quello della quotidianità, il lettore vedrà coi propri occhi scenari bradi e seducenti ma anche realtà misere e brutali, al limite tra l’attendibile e l’inverosimile. Scorgerà usanze e modi di pensare impossibili da decodificare in lingua alcuna e tuttavia più forti, più antichi, più concreti di quelli propagandati dagli strumenti di comunicazione di massa e dai consumi. Focalizzerà persone vere, reali, modeste e tuttavia capaci di qualunque cosa, di fare del male così come di innamorarsi, come chiunque altro.
È un libro controcorrente, che racconta la Calabria dal di dentro mettendo a fuoco quel velo di magia che sembra incantare i suoi abitanti, coscienti e inconsapevoli a un tempo delle regole di vita non scritte in nessun codice e tuttavia da tutti rispettate e praticate.
Ma è anche un libro di protesta, da un lato, contro la pretesa e il pregiudizio di conoscere la Calabria dal di fuori, soltanto per mezzo del sentito dire e delle pagine scritte da chi non vi mai è nato; dall’altro lato, contro quel modo di pensare criminale che caratterizza alcuni dei suoi abitanti.[...]
[...] Lastricata di tante vite coraggiose è la strada che, speditamente, il libro ripercorre per raggiungere una possibile meta, nella valle di lacrime dove convivono anche piccoli uomini. Simona, pur brillando di luce forte propria, si annulla e si perde nell’amore di Salvatore, tuffandosi in situazioni tra le più difficili, ma le prove “invece di indurire temprano” (Hillesum).